martedì 21 luglio 2015

Le 5 cose che odio quando vado al cinema

Il cinema: luogo sacro, luogo in cui vieni avvolto dal dolbisurraund e dalle sue infinite divagazioni, luogo dove da sempre puoi goderti i tuoi beniamini su uno schermo gigantesco piuttosto che stare a decifrare i quadratini del tubo catodico di scarsa qualità a casa (si, sono un nostalgico delle radiazioni dei vecchi televisori, non me ne vogliate). Luogo dove, nelle ultime file, più appartate, l’adolescenza ha regalato numerose soddisfazioni e forse pure qualche pargolo, tra gli acrobati della poltrona ma non del salto della quaglia. Luogo dove, purtroppo, delle volte profanatori della sacralità ti rompono impunemente i coglioni parlando, ridacchiando, masticando con forza i popcorn manco fossero dei novelli Conte Ugolino.

Ecco le cinque cose che odio quando sono al cinema.

mercoledì 15 luglio 2015

Terminator Genisys - La geriatria non è mai stata così cazzuta

Se v'aspettavate un T-800 arrugginito, che lanciasse cateteri e deambulatori al posto di missili e bossoli, c'avete preso solo in parte: Terminator Genisys (che, tra l'altro, dovrebbe pronunciarsi "genaisis", ma vabbé) è un film con i controcottonfioc.


lunedì 6 luglio 2015

E poi niente... Uli Jon Roth a Nereto per suonare in cambio di un Montepulciano

Quando vidi l'evento su Facebook non volevo crederci. Non volevo crederci anche perché a Teramo e dintorni non ho visto un manifesto che fosse uno manco per sbaglio, manco sotto i cavalcavia dove solitamente ci trovi giusto i manifesti per l'Erotica Tour o per le feste di paese con Gigione e Jò Donatello. Non volevo crederci anche perché quell'immagine aveva a corredo una scritta realizzata probabilmente da uno che ha pensato "Cussù è teteshco, la banda era teteshca..." ed ha scritto dunque Skorpions anziché Scorpions.

Poi, vabbé, al chioschetto avrei potuto provare l'ebrezza di bere non una Beck's, ma una fantomatica birra BACK'S, ma questi sono altri discorsi, seppur accomunati dalla creatività della non-lingua.

Fatto sta che mi posi una domanda. Semplice, lineare:

Che diavolo ci fa Uli Jon Roth, membro della formazione originale degli Scorpions, uno a cui persino Blackmore deve qualcosa in termini di intrusioni neoclassiche nella chitarra elettrica, a Nereto, paesino di 5000 anime e poco più, paesino perso tra le colline teramane?

Che diavolo ci fa lì, lui che a fine luglio sarà al Wacken Open Air dinanzi a decine di migliaia di persone e su un palco cinque volte più grande di quelle quattro assi in croce messe nella piazza del paese?

Risposta che ho potuto solo far intuire nel Report su SpazioRock perché non sono riuscito a trovare parole istituzionali per esprimere il seguente concetto: a lui piace suonare, però ogni tanto vuole stare tranquillo, quindi va a zonzo per paesi sperduti d'Italia e d'Europa a fare a tazze (traduzione teramano-italiano: a bere in allegria) in mezzo a persone alla mano e che non gli scassano troppo i coglioni. Tant'è che quando mi sono avvicinato, forse era stupito del fatto che ci fossero più di 5 persone che erano andate dietro il palco (senza recinzioni, la security composta dall'organizzatore che voleva portarlo a bere) per congratularsi e farsi fare foto e autografi vari. Però era tranquillissimo, così come il resto della band.

Avrei dovuto chiedergli anche: "Ehi, do you remember Germany-Italy in 2006?"

Missione compiuta. E compiuto fu pure il ciclo vitale dell'impianto di amplificazione del service: dopo 2 minuti già friggeva tutto.

giovedì 2 luglio 2015

Jurassic Park - Gnù doppiagg edition

Io e le idee bislacche andiamo a braccetto. O siamo siamesi. O io stesso sono un'idea bislacca.
Fatto sta che, complice anche la calura estiva (ma si, prendiamo di peso scusanti a caso), mi è venuto in mente di ridoppiare un classico del cinematografò.


Non ho la più pallida idea di quando e come uscirà, ma mi paro dietro il muro dell'Arte Bislacca il cui motto recita più o meno così: "Non sono scemo, so' creativo".

Probabilmente uno dei personaggi sarà abruzzese (eh, ma va?).

Vediamo che esce, va.

mercoledì 1 luglio 2015

Un monolocale chiamato desiderio


È tipo giocare a Risiko. Ed infatti io a Risiko perdo sempre perché non ho la minima idea del concetto di strategia.

Ecco, cercare e trovare un monolocale più o meno è la stessa cosa: ne punti uno, segni tutto, sai già come muoverti – o, almeno, credi di sapere come doverti muovere – e fai la tua mossa. Peccato che quella casella già abbia i carri armati di qualcun altro belli appostati. E tu ne hai solo uno. Quello pure, ma la strategia “Eddaje, contrattiamo, so pacifista” non è esattamente l’ideale. Ma va bene, è la legge della giungla immobiliare, ci sta: vince chi si muove prima e chi ha culo.

Poi ci sono le terre di nessuno, non perché nessuno riesce ad arrivarci, ma perché nessuno le vuole. Manco Nessuno. Tipo il grazioso piccolo monolocale composto da letto, armadio a muro, zona bagno e angolo cottura (letteralmente un angolo) con fornello elettrico, tutto nell’accoglienza delle pareti con pannelli in legno che hanno due funzioni: coprire la muffa e far prendere più velocemente fuoco a tutto quando il fornello del 1946 farà la scintilla definitiva.

Nessuno scopre com'è realmente il monolocale definito come "grazioso e raccolto".

Poi ci sono anche i simpatici affitti a cui aggiungere le "basse spese condominiali". Alcune volte sono davvero basse, talmente basse che paiono una barzelletta. Altre volte sono basse quanto Shaquille O'neal.


Vediamo come va a finire.