mercoledì 1 luglio 2015

Un monolocale chiamato desiderio


È tipo giocare a Risiko. Ed infatti io a Risiko perdo sempre perché non ho la minima idea del concetto di strategia.

Ecco, cercare e trovare un monolocale più o meno è la stessa cosa: ne punti uno, segni tutto, sai già come muoverti – o, almeno, credi di sapere come doverti muovere – e fai la tua mossa. Peccato che quella casella già abbia i carri armati di qualcun altro belli appostati. E tu ne hai solo uno. Quello pure, ma la strategia “Eddaje, contrattiamo, so pacifista” non è esattamente l’ideale. Ma va bene, è la legge della giungla immobiliare, ci sta: vince chi si muove prima e chi ha culo.

Poi ci sono le terre di nessuno, non perché nessuno riesce ad arrivarci, ma perché nessuno le vuole. Manco Nessuno. Tipo il grazioso piccolo monolocale composto da letto, armadio a muro, zona bagno e angolo cottura (letteralmente un angolo) con fornello elettrico, tutto nell’accoglienza delle pareti con pannelli in legno che hanno due funzioni: coprire la muffa e far prendere più velocemente fuoco a tutto quando il fornello del 1946 farà la scintilla definitiva.

Nessuno scopre com'è realmente il monolocale definito come "grazioso e raccolto".

Poi ci sono anche i simpatici affitti a cui aggiungere le "basse spese condominiali". Alcune volte sono davvero basse, talmente basse che paiono una barzelletta. Altre volte sono basse quanto Shaquille O'neal.


Vediamo come va a finire.

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