ATTENZIONE:
Le parole che state per leggere sono state con atroce difficoltà tradotte dal porcellese con inflessioni dialettali maialesi all’italiano. Questo è quel che ha da dire P-Chan riguardo il nuovo album dei Muse, Drones. Io non c’entro niente, eh. Sono solo un emissario di un'entità ben più grande. Ambasciator non porta pena (e nemmeno una penna). Giurin giurello (quant’è bello sto bordello... ok, basta anche con battute e rime sceme).
Drones dei Muse è uscito. Evviva. Drones dei Muse è uscito. Gioia. Drones dei Muse è uscito. Gaudio. Drones dei Muse è uscito. Libido. Drones dei Muse è uscito. Doppia Libido. Drones dei Muse è uscito. Libido coi fiocchi. Drones dei Muse è uscito. Ciumbia.
Giuro che son contento, ma la mia contentezza (non dico gioia, perché non sono un fanatico con il tatuaggio di Matt Bellamy sulla piega tra la chiappa destra e la coscia) è già smorzata dai soliti commenti "GABOLAVOOOROOOOO" e sminchionate varie.
Parto subito: Drones non è un capolavoro. "Vakkagare stronxo!1 nn capsi un caxxo!". Tranquilli, ho qui con me il bel cesto di vimini per raccogliere tuttigli insulti possibili. Vedete che voglio bene anche a voi?
Orbene, andiamo di track-by-track. Premetto che [JFK] e l'intro di Psycho non saranno trattate (per quanto io sia nonsense, non avrebbe senso "giudicare" stralci di 15 secondi).
Dead Inside: furba, ma fa bene il suo lavoro di opener. Progressione azzeccata.
Psycho: apparentemente malata (poteva esserlo di più). Versione appannata ed edulcorata di alcune robe vecchie. Funzionicchia, e dal vivo dovrebbe rendere bene.
Mercy: piacerà a chi non ha MAI ascoltato i Muse prima d'ora. Tutti gli altri bestemmieranno per la ruffianeria che sprizza ovunque, peggio del singolo scritto per Twilight.
Reapers: Van Halen, Whitesnake e vecchi Muse (c'è pure na linea che ricorda "Bene Bene Male Male", ma l'ho beccata solo io, non prendetela troppo in considerazione). Lavoro di copiatura. Gasa perché sono idee riprese da altri e da loro stessi. È un capolavoro rock solo per chi ha una cultura musicale spessa quanto il nulla cosmico.
The Handler: figa. Anche se la parte centrale di chitarra pare ripresa da un Castlevania (è un punto a favore, eh).
Defector: accontenticchia un po' tutti. Live renderà. Live, però.
Revolt: l'imbarazzo di dover andare urgentemente in bagno e trovare la porta chiusa (traduzione diplomatica del vocabolo porcellonese "lammerda").
Aftermath: inizio stile Pink Floyd/Dire Straits, climax lento, bella atmosfera. Non esplode completamente, peccato.
The Globalist: cercano di riprendere i Muse dei primi due album, non ricordandosi che alla fine sono loro stessi i Muse. Poi ci buttano in mezzo un pianoforte stile Queen, così, per far colore.
Drones: Esercizio stilistico, però azzeccato. Non c'entra praticamente nulla col resto, eppure s'incastona bene come finale.
Alla fine della giostra, Drones non è malaccio, però se lo considerate un capolavoro siete ridotti male. Non fatevi abbindolare dal suono roboante di buona parte delle canzoni, smettetela di drogarvi e di farvi dei bicipiti mostruosi pensando a loro, e vedrete che vivrete bene lo stesso.
Ora scusatemi, ma vado a buttare nel cassonetto dell'organico gli insulti raccolti con dovizia nel cestino di vimini. La differenziata è importante. Srgunf sfrunf, oink oink.
Ora scusatemi, ma vado a buttare nel cassonetto dell'organico gli insulti raccolti con dovizia nel cestino di vimini. La differenziata è importante. Srgunf sfrunf, oink oink.
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