domenica 3 aprile 2016

Il suicidio del calzino

C’è un momento in cui i calzini decidono di farla finita. No, non è la lavatrice la vorace bastarda, è il calzino stesso a essere un irrimediabile figlio di calza a rete ignota.

Carichi la lavatrice, come hai sempre fatto. Lavaggio rapido, lavaggio completo, lavaggio quello-che-ti-pare. Fatto sta che un giorno, e non saprai mai quando di preciso, tirerai via dall’oblò che s’annoia un po’ tutti i tuoi panni belli profumati, o quantomeno lavati e belli umidicci.

Prendi lo stendino.
Stendi sullo stendino.
E poi. IL DRAMMA.

Mutande presenti, jeans presenti, maglietta-della-salute-che-metti-solo-a-casa-perché-è-talmente-logora-che-pare-uscita-da-una-trincea-austriaca-del-1917 presente, mutanda di riserva alias mutanda-rossa-di-capodanno-ma-che-usi-in-casi-di-estrema-emergenza presente, calzini presenti.
TRANNE UNO.


Controlli che non sia finito, che ne so, nella tasca del jeans curiosone, ma niente. Magari è appaiato con un calzino di altra specie, ma niente. Torni alla lavatrice, le chiedi se ne sa qualcosa, ma non sa nulla, giura di non esserselo mangiato. Nell’assurda situazione in cui non dovessi credere al caro elettrodomestico che ti fa bestemmiare quando si agita per la centrifuga e cerca costantemente di scappare dalla stanza, allora gli fai violenza, apri il filtro e fai sgorgare acqua su acqua (e pure onda su onda), anche se sai, brutto idiota, che un calzino non riuscirebbe fisicamente a suicidarsi lì dentro.
E allora dove kaiser d’uno zar è finito il calzino, quel bastardo che noncurante del suo gemello ha deciso di sparire manco avesse fatto un torto a un mafioso, manco avesse fatto qualche sgarro all’industria del caffè?



Sono giunto a due ipotesi: o i calzini moderni, quelli che conosciamo tutti, da quelli di H&M dalle fantasie che manco un tossico in crisi d’astinenza potrebbe ideare al fantasmino di merda che gode nel seghettarti il tallone, sono la reincarnazione delle molecole di Houdini, oppure sono i cugini sfigati degli shinigami, non dei della morte, ma dei della sparizione a casaccio.

Oppure...

Oppure i calzini hanno una propria vita, e poi, come gli elefanti, o gli esquimesi, o gli Hobbitt, decidono di scomparire quando percepiscono che è giunta la loro ora. “Prima che mi buchi, è meglio sparire”, penseranno, e nonostante siano consci del fatto di dare profondo dolore al gemello, puff, spariscono, svaniscono, non lasciano traccia alcuna. Il superstite ha due sorti: o buttato, e dunque il sacrificio del calzino scomparso diventa meramente egoistico, o deve far comunella con un altro suo simile che ha avuto la stessa sorte. Quanti Filo Di Scozia hanno mal sopportato il nuovo vicino, Artegno da Decathlon, quanti Righe Colorate son diventati strabici a causa del nuovo compagnuccio Pois RossoBianco, quanti episodi di razzismo tra le fazioni bianche e nere della genìa Calze Da Tennis.

Beh, se il calzino ha effettivamente coscienza di sé, in questo caso non gli darei torto a farla finita...

Voi ancora a pensare al Graal, ancora a pensare al tesoro dei nazisti, ancora a pensare a dove sia finita la voce di Axl Rose o al perché Mediaset si ostini a non mandare più in onda Fantaghirò. Voi ancora a chiedervi se Maurizio Costanzo abbia mai avuto un collo o che fine ha fatto Carmen San Diego.
La vera domanda che dovete porvi è: dove cazzo vanno i calzini spaiati? Secondo me c’è un paradiso dei calzini, dove sono tutti splendenti, profumano di sapone di Marsiglia e bevono mojito dalla mattina alla sera, ridendo e sbeffeggiando i loro ex padroni.


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