giovedì 29 gennaio 2015

Colloqui simpatici, puntata 2

Sottotitolo: la supercazzola aziendale ammalierà tu' sorella.






Il giorno dopo la conclusione della prima puntata, quella in cui scambiarono la figura del consulente pubblicitario per quella del venditore-su-appuntamento (fratello di sangue del venditore-porta-a-porta-ocio-alla-porta-che-ti-si-chiude-in-faccia), ero bello tranquillo (leggasi stavo sfiammando la bruciatura del giorno prima), quando dal cellulare parte Ghigo Renzulli con una schitarrata che mi coglie impreparato e che fa scaturire qualche imprecazione nell'aere.

Non faccio in tempo a rispondere, ma prendo comunque il telefono.

Prefisso di Pescara. "Uhm... Deve essere per quell'altro annuncio" penso. E penso anche di richiamare.

Uno squillo.

Due squilli.

"Pronto?"
"Buon pomeriggio. Scusi, ho trovato una chiamata senza risposta, non ho fatto in tempo a rispondere."
"Uhm... Si, lei è...?"
"Andrea Mariano"
"Sssi. Ah, si, ecco! Buonasera, la chiamiamo perché lei ha risposto all'annuncio di lavoro [sempre consulente pubblicitario, ndr]. Ci sarebbe la possibilità di un colloquio  conoscitivo domani a Pescara. Lei dove abita?"
"Teramo."
"Può raggiungere la sede?"
"Si si, senza problemi! A che ora?"
"Allooora... 15:15. Porta anche il curriculum stampato."
"Perfetto!"
"D'accordo, allora a domani. Buona serata!"
"Altrettanto!"

Nonostante l'affabilità della voce della ragazza dall'altra parte della cornetta, un ghigno mi si dipinge già in volto. Ma non è il momento di lasciarsi suggestionare dai presentimenti, dato che m'aspetta una serata aquilana con amici.


*TASTINO DELL'AVANTI VELOCE DEL VIDEOREGISTRATORE*CLICK!*STOP-PLAY*

L'indomani mi sveglio a casa di amici (non è stata una serata con buchi neri nei ricordi, eh) e: due chiacchiere, tentativo inconcludente di finire una fetta biscottata, ritorno rapido a Teramo, doccia, ricerca disperata di qualcosa che possa alleviare il mal di testa, asciugatura dei quattro peli e mezzo in testa, ricerca di abbigliamento informale-ma-non-da-caprone, chiavi della macchina e si parte, e si parte anche a bestemmie perché ho benzina giusto giusto per arrivare al distributore, rifornire, uscire dal distributore e farmi 700 metri a 20-30 km/h perché davanti a me non c'è il proverbiale vecchio-col-cappello-per-coprire-le-corna, ma un simpatico jeepino guidato da una non simpatica creatura che ha il terrore degli incroci e di qualsiasi cosa somigli ad una curva. Ah, non conosce manco l'uso delle frecce.

Le premesse sono ottime, entusiasmanti, commoventi.

A parte questo excursus, come in Star Trek mi teletrasporto dinanzi la fantomatica sede dell'azienda. Che in realtà è una agenzia, scoprirò.

Questa volta l'aspetto da sede, in effetti, c'è: targa sulla porta con il nome della società, ambiente curato, sala d'aspetto e segretaria che mi dice sorridente di accomodarmi, ebblabblabblà.

Dopo nemmeno cinque minuti arriva il mio turno.

"Permesso?"
"Avanti, avanti. Entra!"
"Buongiorno, sono Andrea Mariano."
"Ciao Andrea, accomodati."

Il tizio dall'altra parte della scrivania (e, si, questo almeno sembra davvero uno studio) è abbastanza corpulento, ben vestito, ma con l'aria un po' scazzata.

"Allora, hai portato il tuo curriculum?"
"Si si, eccolo!"

Poggio il curriculum sulla scrivania, lui lo prende e fa finta di leggerlo. Scrivo "fa finta" perché la prossima scena ha dell'ilarità sopraffina.

"Allora, vedo che hai fatto la comparsa per i Cesaroni!"
"Si, è..."
"Bene, bene. E sei, o sei stato, reda..ttore per SpazioRock."
"Si, è uno dei siti in maggiore espansione per la musica, ci occupiamo anche di artisti internazionali con interv..."
"Bene, ma di che ti occupi esattamente?"
"Beh, recensisco gli album più importanti, diciamo quelli mainstream, realizzo interviste con artisti nazionali e non, aiuto nella gestione dei social network..."
"E per l'Abruzzo?"
"... In che senso?" [qui dovreste immaginare un enorme punto interrogativo al posto della mia testa e del mio collo]
"No, dico, dell'Abruzzo, ve ne occupate?"
Mia risposta verbale: "Beh... se ci sono concerti... qualche band abruzzese l'abbiamo anche trattata, per esempio...". Mia risposta in mente: "Ma che cazzo di domande fai, brutto idiota? Se ti sto ripetendo allo sfinimento, pure per far bella figura, che ho trattato roba anche internazionale, che a livello di popolarità nazionale il sito è messo benissimo? Capisco l'attaccamento al lavoro e alla regione - anche se te sei di Pescara così come io sono di Belluno -, ma ascolta un attimo, non fare il finto interessato stile conduttore spocchioso di Mtv USA degli anni '90.".

Ora però arriva il rullo di tamburi.

"Ok. Maaaa... tu sei qui per quale posizione esattamente?"
"Beh, per il posto da consulente pubblicitario."
[cenno d'approvazione con la testa] "Bene, Andrea, la nostra azienda si occupa di promuovere grandi marchi..." e qui il tizio attacca un pippone assurdo, d'una pomposità che sembra ci siano solo loro in Italia, che hanno come clienti Vodafone e Lavazza e altri cazzi e mazzi ecc ecc.

Ora arriva la rincorsa verso il trampolino.

"Ora, ci sono due possibilità per far carriera: o il magazziniere..." la rincorsa ha inizio "Ma non è proprio il magazziniere... C'è lo scarico e carico dei gadget, la gestione del magazzino, della contabilità, devi saper usare il computer [leggasi saper fare doppio click sulle icone, poi quel che succede, succede]... Insomma, si deve avere una certa capacità di gestirsi e gestire." Insomma, si deve fare il magazziniere.

La rincorsa è iniziata, ed ecco il salto per prender slancio prima del tuffo.

"Oppure, c'è l'attività di promozione del prodotto vera e propria. Noi appunto serviamo grandi marchi, e, per esempio *gesticola stile ingegner cane* Lavazza deve promuovere un nuovo caffè [io tra me e me spero che non dica quel che temo], che c'è bisogno di noi quindi [te, prego, statte zitto], allora noi ci muoviamo, e mandiamo voi [ahia, il dolore] con la postazione [la lacerazione] nei grandi centri commerciali [eddillo "supermercato", che tanto t'ho capito], e promuovete il prodotto offrendo il caffè ai clienti.".

E praticamente mi stai dicendo che devo fa' il promoter.

Il volo per il tuffo è compiuto.

Ma ecco l'inaspettato carpiato in volo!

"Poi per stipendio e contratto si vedrà dopo, nella giornata di orientamento. Domani ci sei?"
"No."

Eccolo, il meraviglioso gesto atletico che ammalia i giudici e tu' sorella. Un pippone di proporzioni bibliche, che in confronto il Gran Sasso sembra un sanpietrino, e poi quando si tratta di arrivare al concreto ZUFF!, sparisci! Applausi. Sempre de tu' sorella.

"Lunedì ci sei?"
Risposta in automatico: "Si."
"Ok, allora alle 8:40, qui, abito informale. D'accordo?"
"Si si.".

Prendo la giacca, con la coda dell'occhio vedo il tizio che si scatafragna sulla sedia come se avesse appena scaricato un container pieno di GameBoy Color contraffatti, risaluto, chiudo la porta, saluto la segretaria/receptionista/ragazza dal sorriso rinfrancatore, esco dalla "sede" e mi scappa un "Ma vaffanculo" ad alta voce.

Il bello è che, una volta raggiunta la macchina, non sono manco incazzato, perché i voli pindarici di quell'uomo, in quella stanza, alla fine erano anche esteticamente belli. Tronfi come non si sa che cosa, pomposi che in confronto le opere di Samuel Taylor Coleridge sono scarabocchi di un ragazzino di prima elementare, ma alla fine mi stavo divertendo per la piega surreale che aveva preso il soliloquio del tizio.

Un'unica cosa avevo in mente dopo. Anzi, due.
1) Perché cercare figure che non vi servono, se quel che vi serve è tutt'altro (e manco sapete, forse, che diavolo state cercando);
2) Dove cazzo sta una pizzeria che sto morendo di fame visto che non ho pranzato per scapicollarmi qui porcaputtanaeva?

Si, scritto senza punteggiatura, daleggereediretuttodunfiatopurecosì.

1 commento:

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