sabato 16 maggio 2015

The Voice – The Show

Sottotitolo: "DIS IS DE VOOOIISSSS!" "Cor cazzo."

Non è una mano finta per fare fisting o altre porcellonate. È il logo di The Voice.


A morte i talent!
Che cagata, ma come si può guardare 'sta roba?

E poi, inesorabilmente, chi tanto si indigna segue in maniera spasmodica, maniacale proprio quei programmi. Non mi riferisco a chi critica i talent show, perché se uno critica non necessariamente lo odia a priori. Criticare significa informarsi, conoscere ed eventualmente criticare – positivamente o negativamente – una data cosa. Mi riferisco, quindi, a chi segue i talent show nonostante gli spali badilate di merda addosso manco fosse Biff in Ritorno Al Futuro 1, 2 e 3 messi insieme.

Puah, che schifo i talent! Sono inutili e dannosi! Denigrano l’arte bla bla blablabblllà”. Poi però se ci partecipa attivamente il nostro beniamino siamo tutti lì a sbavare come cani in calore in preda alle convulsioni per eiaculazione a fontana. E lì scatterà la solita frase che fa partire l’embolo omicida: “Che schifo i talent, io lo guardo solo per Tizio” che poi inevitabilmente si trasforma in “The Voice è bellissimo! L’unico davvero con talenti veri!”. Perché? Perché c’è un pizzetto che stuzzica il clito di mezza Italia.

Il pizzetto birichino

Evvvvabbé.

La mia riflessione odierna, però, non è tanto sulla depravazione psicologica che induce determinati soggetti a ritrattare sulla merda che fino a poco fa hanno energicamente spalato e buttato addosso alla merda stessa – ora però divenuta cosa carina e coccolosa, se non addirittura eccitante perché c’è Tizio che partecipa –, anche perché sarebbe come sparare sulla croce rossa a 2 centimetri di distanza con un bazooka. Ritenendomi parte della prima categoria, ovvero di coloro che criticano solo dopo essersi informati e dopo aver approfondito la conoscenza di tale argomento, tale programma, qualsiasi cosa prima di dar fiato alla bocca, mi voglio concentrare sulla caduta libera che ancora non incontra il suolo di “The Voice”. Stile Willie il coyote.

Mi spiego.

Il programma, o meglio, i presupposti del programma per differenziarsi un po’ dalla formula vado - canto - tantebelleparole - miesibisco - vengogiudicato - pubblicoululanteallacazzodicane c’erano tutti: blind audition, giudici o coach (che alla fine però son giudici comunque) che non possono vedere le sembianze del candidato ma possono solo giudicare la voce e concentrarsi unicamente su questa. “Che figata” pensai “Almeno uno giudica davvero unicamente per il talento vocale, che sia una bella patatonza od un camionista di Belluno”.

Già, figata davvero.

"Ommadonna..."

Fatto sta che il programma è arrivato alla terza edizione, e se si può capire che, vuoi per esigenze televisive, vuoi perché alla fine della fiera quei ragazzi devi farli “abituare” da subito alle meccaniche dello spettacolo, nelle dirette ci sia un minimo di coreografia, di giochi di luce, ora davvero si sta esagerando. The Voice è nato, in teoria, per essere un’alternativa ad X-Factor, dove dovrebbe contare, per l’appunto, solo ed unicamente la voce.

X-Factor per natura è spettacolare, per principio vuole unire canto e spettacolo, tant’è che molti personaggi nelle varie edizioni spesso sono andati avanti non tanto per mera abilità canora, ma perché ad evidenti deficit vocali sopperivano con mimica, capacità di stare sul palco e fare un po’ di intrattenimento. E quello ci sta, è nato proprio per questo e con queste caratteristiche. The Voice sarebbe dovuta essere invece la versione nuda e cruda di X-Factor, altrimenti perché cazzo avete smatrato le balle con la biella per mesi ed anni sul fatto che “noi puntiamo alla voce, non ci interessa il contorno”?

Ieri ho ripreso in mano il telecomando ed ho seguito il mio istinto masochista guardando l’ennesima puntata di questo programma (non chiamatelo talent, altrimenti Pelù s’incazza), e... Porca Eva, gente che palesemente stona viene incensata di complimenti, gente che stecca in maniera plateale viene messa in secondo piano da una coreografia piena zeppa di ballerini e da una scenografia soffocante per quel minuto di esibizione. Una ragazza – perdonate se non ricordo il nome – che è anche appassionata di teatro ha portato sul palco della Rai “Ti Regalerò Una Rosa” di Cristicchi: canzone bellissima, profonda, toccante. Così come l’interpretazione della ragazza, cantata benissimo e soprattutto in maniera sentita, partecipata. Il tutto è stato rovinato da dei ballerini che, seppur minimalisti, si contorcevano nei paraggi dell’asta del microfono. Porca puttana, che bisogno c’era di buttare in mezzo una coreografia?! Per una canzone che, proprio per la sua carica emotiva, non dovrebbe avere nulla intorno. Giochi di luce sì, per carità, anzi quelli sono valore aggiunto, ma stop. Mancava solo che entrasse uno con la camicia di forza a fare breakdance, e non è detto che agli autori-scenografi-coreografi non sia venuto in mente.


Altra cosa: perché cazzo incensare di complimenti a prescindere, anche se è palese, anche se tu, giudice coach, sai che il ragazzo ha fatto una esibizione dimmerda. L’anno scorso Giacomo Voli per strafare stuprò “Vivere Il Mio Tempo”, Piero Pelù s’è lanciato in un’ode alla sua capacità di raggiungere note assurde. Ed è vero, è bravo il ragazzo, bravissimo. Poi, però, in finale canta di nuovo “Vivere Il Mio Tempo”, la canta meglio, più umilmente, alzando solo verso la fine, dando un climax onestamente buono. E lì Pelù ammette “Questa volta l’hai fatta davvero bene, bravo”. Perché cazzo, allora, non dargli la strigliata la volta prima? Il ragazzo non è scemo, se tu che dovresti avere un po’ di esperienza in più gli dici dove sbaglia, mica si mette a piangere accusandoti di avercela con lui, eh.

E non era proprio questa la funzione di The Voice, trovare LA voce? Trovarla significa anche correggerla se sbaglia per eccessiva sicurezza delle proprie capacità, eh. Paradossalmente, il tanto odiato X-Factor da questo punto di vista è ancora una spanna sopra (e questo dovrebbe fare anche riflettere). Poi non si vada in giro a lamentarsi “Eh, ma poi quello è sparito”. Se il programma ha perso di vista i suoi stessi presupposti, grazie al kaiser.

Datevi 'na svegliata, che per le coreografie immense e altro c'è Vattelappesca Got Talent.

Con affetto,

L’Uomo col Mestruo.

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